Istruzioni pratiche per la realizzazione del fotoromanzo di Ennio Jacobelli (1956)
Questa scena mostra con chiarezza – e quindi incentiva – un corteggiamento discreto, con codici ben definiti, quasi cavallereschi (l’uomo offre fiori, bacia con molta gentilezza, non corre via dopo i momenti di intimità, insomma si comporta “bene”). Inoltre, ciò che accade tra le due pagine (“Passano due ore”) non è documentato visivamente: la fotocamera guarda altrove o, meglio, non guarda del tutto – come una variante molto radicale e schietta del “chimney-shot” hollywoodiano dove le riprese vengono sfumate. La sequenza di chiusura, tuttavia, introduce un elemento del tutto nuovo: il denaro. Dopo che l’uomo se n’è andato, la donna scopre sotto il portacenere un certo numero di banconote da 1000 lire. È prostituzione? C’è stato un qualche tipo di abuso? Sarebbe sciocco negare l’implicazione patriarcale di questa scena, ma allo stesso tempo è troppo facile spiegarla decodificandola come la versione garbata e fisicamente non violenta del vecchio rapporto “sesso per denaro” tra uomo e donna (la figura femminile, tra l’altro, qui appare come una persona indipendente: vive da sola e l’incontro non è organizzato da una terza persona). Un breve confronto con i contenuti tipici del melò italiano degli anni Cinquanta, come descritto per esempio da Emiliano Morreale nel suo studio quasi enciclopedico del genere, aiuta a capire che cos’altro può essere in gioco. Invece che un nudo e crudo scenario di concezioni patriarcali, ciò che appare in una scena come questa è un esempio più positivo e amichevole della crescente importanza dell’economia del dono nell’Italia del dopoguerra, dove il semplice atto di dare è uno strumento chiave per l’inclusione sociale ed economica dell’altro. Una situazione simile appare nel famoso film “rosa” neorealista del 1953 Pane, amore e fantasia (Luigi Comencini, 1953), che riscosse grande successo anche nel format del fotoromanzo, in cui il protagonista del film, un maresciallo dei carabinieri di mezza età (Vittorio de Sica), desideroso di sposarsi, cerca di ottenere un appuntamento romantico con una giovane contadina (Gina Lollobrigida), prima di innamorarsi della levatrice del villaggio (Marisa Merlini). Quando si reca a casa della ragazza, il maresciallo è colpito dalla “onesta povertà” (un cliché fondamentale del melodramma) della ragazza che lo rifiuta e decide di lasciare, mentre nessuno lo vede, una banconota da 5000 lire. A differenza del frammento isolato di Jacobelli, la “scena del denaro” nel film di Comencini è parte di una trama più ampia, in cui il dono avrà molti effetti collaterali divertenti e velatamente satirici.
FOTOROMANZO
PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO
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