MOSTRA

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Esposizione per Fotografia Europea 2018 a cura di ICS – Innovazione Cultura Società (Stefania Carretti, Lorenzo Immovilli, Elisa Savignano)

Fotoromanzo e poi… ripercorre oltre trent’anni di un fenomeno culturale di massa, una delle tante piccole “rivoluzioni” silenziose che, per la frivolezza e apparente ingenuità sentimentale che esprimeva, è stata generalmente sottovalutata dagli storici della cultura e dal mondo intellettuale.

Con il tempo si è però compreso che il fotoromanzo ha a suo modo contribuito in maniera incisiva ad accelerare il processo di alfabetizzazione nel nostro paese facendo sognare milioni di italiane che di settimana in settimana si dedicavano alla lettura di passionali e travolgenti vicende sentimentali. Se letto nel contesto sociale e storico dell’epoca, si tratta di un genere che ha puntualmente fotografato il costume e la società del nostro paese, accompagnando il difficile percorso di emancipazione delle donne italiane: dalle storie post-belliche di ambientazione neo-realista, alla rappresentazione dei conformisti anni ‘50 che volevano la donna di nuovo regina del focolare, fino alla liberazione sessuale e alle leggi che hanno consentito alle donne di conquistare potere di decisione sul proprio corpo.

La mostra si compone di una parte storico-documentaria e di una produzione creata ad hoc. La prima parte, realizzata con la consulenza di Silvana Turzio, comprende materiali provenienti dalla Biblioteca Panizzi (cineromanzi, foto-buste, carteggi e soggetti dall’Archivio Cesare Zavattini), dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (materiali preparatori e fotografie da negativi di fotoromanzi per Bolero Film), dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali di Trento (fotografie di Federico Vender), dall’Istituto Luce (filmati da cinegiornali e il documentario L’amorosa menzogna di Michelangelo Antonioni) e prestiti da collezionisti privati (come il fotoromanzo sociale del Gruppo Strum, quello satirico de Il Male, quello politico-propagandistico del PCI o i fotoromanzi di Noi Donne e quelli a sostegno dell’emancipazione femminile) per illustrare l’evolversi di questo genere sia dal punto di vista del linguaggio che come termometro dei cambiamenti sociali.

La produzione invece trae ispirazione da un soggetto per fotoromanzo scritto nel 1961 da Cesare Zavattini, tra i pochi autori a intuire le potenzialità di questo genere a cavallo tra fotografia, cinema e fumetto. #NESSUNACOLPA, questo il titolo del fotoromanzo da “sfogliare” su Instagram, è un sequel ambientato nel presente, un un moderno feuilleton da seguire, una puntata al giorno, per un intero mese a partire dal 20 aprile.

FOTOROMANZO

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

CERCASI SCENEGGIATRICE/SCENEGGIATORE

CERCASI ATTRICI/ATTORI COMPARSE

PROGETTO ZERO BUDGET

VICENZA, VERONA, PADOVA, TREVISO

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INSTAGRAM: GIORGIOVIALI

INSTAGRAM: FOTOSERVIZIO

GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

FOTOROMANZO #INSTAROMANZO #CINEROMANZO #VIDEOROMANZO #PHOTONOVEL #FOTOGRAFIA #CASTING #CINEMA #TEATRO #DANZA #ATTORE #ATTRICE #MODELLA #MODELLO #VICENZA #NORDEST #VERONA #PADOVA #VENETO #TREVISO #MESTRE #VENEZIA #ROVIGO #GIORGIOVIALI #EURIDICESTREAM #MOSTRADELCINEMA #VENICEFILMFESTIVAL #VENEZIA2025 #VENEZIA82 #CINEMA #IBRIDAZIONI #VIDEAZIONI #CINEMASPERIMENTALE #VIDEOARTE #VIDEO #PRODUZIONECINEMATOGRAFICA #SCENEGGIATURA #SCENEGGIATORE #SCENEGGIATRICE #CONTROVISIONE #MONOTEATRO #SERVIZIOURBANO #LIBIDOSHOW #VENETOFILM #UNDERGROUNDFILMFESTIVAL #CORPOSOCIALE #USOIMPROPRIO #DRAMMA #DRAMMAURBANO #RITRATTOURBANO #MINUSCOLAPRO #MINUSCOLAPRODUZIONE #SOTTOCOSTO #CELESTEMALFATTA #MANZOBIANCO #MARKETING #SOCIOLOGIA #LETTERATURA #FOTROMANZO #SCEICCOBIANCO #FOTONOVELLA

MOSTRA

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Esposizione per Fotografia Europea 2018 a cura di ICS – Innovazione Cultura Società (Stefania Carretti, Lorenzo Immovilli, Elisa Savignano)

Fotoromanzo e poi… ripercorre oltre trent’anni di un fenomeno culturale di massa, una delle tante piccole “rivoluzioni” silenziose che, per la frivolezza e apparente ingenuità sentimentale che esprimeva, è stata generalmente sottovalutata dagli storici della cultura e dal mondo intellettuale.

Con il tempo si è però compreso che il fotoromanzo ha a suo modo contribuito in maniera incisiva ad accelerare il processo di alfabetizzazione nel nostro paese facendo sognare milioni di italiane che di settimana in settimana si dedicavano alla lettura di passionali e travolgenti vicende sentimentali. Se letto nel contesto sociale e storico dell’epoca, si tratta di un genere che ha puntualmente fotografato il costume e la società del nostro paese, accompagnando il difficile percorso di emancipazione delle donne italiane: dalle storie post-belliche di ambientazione neo-realista, alla rappresentazione dei conformisti anni ‘50 che volevano la donna di nuovo regina del focolare, fino alla liberazione sessuale e alle leggi che hanno consentito alle donne di conquistare potere di decisione sul proprio corpo.

La mostra si compone di una parte storico-documentaria e di una produzione creata ad hoc. La prima parte, realizzata con la consulenza di Silvana Turzio, comprende materiali provenienti dalla Biblioteca Panizzi (cineromanzi, foto-buste, carteggi e soggetti dall’Archivio Cesare Zavattini), dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (materiali preparatori e fotografie da negativi di fotoromanzi per Bolero Film), dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali di Trento (fotografie di Federico Vender), dall’Istituto Luce (filmati da cinegiornali e il documentario L’amorosa menzogna di Michelangelo Antonioni) e prestiti da collezionisti privati (come il fotoromanzo sociale del Gruppo Strum, quello satirico de Il Male, quello politico-propagandistico del PCI o i fotoromanzi di Noi Donne e quelli a sostegno dell’emancipazione femminile) per illustrare l’evolversi di questo genere sia dal punto di vista del linguaggio che come termometro dei cambiamenti sociali.

La produzione invece trae ispirazione da un soggetto per fotoromanzo scritto nel 1961 da Cesare Zavattini, tra i pochi autori a intuire le potenzialità di questo genere a cavallo tra fotografia, cinema e fumetto. #NESSUNACOLPA, questo il titolo del fotoromanzo da “sfogliare” su Instagram, è un sequel ambientato nel presente, un un moderno feuilleton da seguire, una puntata al giorno, per un intero mese a partire dal 20 aprile.

FOTOROMANZO

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO

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COMUNISMO

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Cinque milioni di copie: sono quelle denunciate dal film di Michelangelo Antonioni L’amorosa menzogna. Così, secondo il regista vendevano i fotoromanzi, storie d’amore in fumetti che narravano la società italiana e la voglia di lasciarsi le macerie alle spalle.

Forse bisognerà contarne qualche milione in meno, ma certo la loro diffusione dagli anni 50 fu capillare e, in una società che cercava di risollevarsi dalla guerra, finirono per nutrire un immaginario di desideri proibiti, in bilico tra tentazioni reazionarie e altre ribelliste, creando una carrellata di divi di carta che invadevano i chioschi dei giornalai e i soggiorni delle case.

La mostra Fotoromanzo e poi, allo Spazio Gerra di Reggio Emilia, inauguratasi nell’ambito del Festival europeo di fotografia (a cura di Associazione Ics e Laura Gasparini, visitabile fino al 17 giugno) narra la biografia di un prodotto editoriale che, nonostante l’avvento del web e delle storie effimere pubblicate su Istagram, non ha ancora visto la sua fine, rinascendo a nuova vita in riviste, su internet e diventando materia di studio per gli accorgimenti grafici, il «montaggio delle emozioni», la fabbricazione del mito, il taglio espressionista delle immagini (alternanza primi piani, campi lunghi, esterni/interni, etc).

È così contemporaneo che si è pensato di continuarlo pure in mostra, dando l’avvio a un racconto digitale che riproduce oggi un soggetto di Cesare Zavattini scritto per la Bolero Film nel 1961 e subito trasformatosi in un fotoromanzo a puntate col titolo La colpa (con happy end non previsto nell’originale). Il testo dattiloscritto di Zavattini è stato ripescato dagli archivi della sua fondazione nella biblioteca Panizzi. Il tema snocciolato è attualissimo: al centro degli accadimenti, c’è uno stupro e l’isolamento sociale che ne consegue per la ragazza-vittima, marchiata d’infamia.

Ma la rassegna, assai ben congegnata, offre l’occasione per addentrarsi nelle tumultuose vicende politiche del fotoromanzo, da Famiglia Cristiana a Noi donne fino al Pci. Paola Pitagora, per esempio, ne Il segreto propagandava l’uso contraccettivo della pillola. Il partito comunista ebbe un atteggiamento controverso nei riguardi dei fotoromanzi.

Da una parte, furono considerati prodotti di sottocultura di derivazione americana, dall’altra suscitarono interesse come mezzo di comunicazione leggero e invasivo, che facilmente raggiungeva le zone rurali. Come il fotoromanzo siciliano Per chi vota Caterina Pipitone (1953) che testimoniava il disagio delle classi meno abbienti per favorire il Pci alle elezioni. O, fra gli altri, L’amore vince sempre del ’55 che si diffuse a Roma come opuscolo di propaganda.

FOTOROMANZO

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO

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PADOVA

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PADOVA - LOCATION - FOTOROMANZO 2025


FOTOROMANZO 2025

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ITALIANO

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FOTOROMANZO ITALIANO

CO-OP Unseen CRONACA DI UN VIAGGIO ALL’ESTERO di Michele Apicella

Attraversare la Svizzera trasportando opere d’arte non è burocraticamente semplice, per questo motivo i fotoromanzieri Botto e Barrera, con l’obiettivo di giungere ad Amsterdam, decisero di circumnavigarla. All’altezza di Vipiteno, però, la loro auto, completamente carica di materiale di ogni sorta, a partire dalla moquette fucsia che avrebbe caratterizzato il loro stand, durante un sorpasso, smise di accelerare. Usciti dall’autostrada si fermarono presso un meccanico che diagnosticò un problema alla turbina e, senza poterla riparare, restituì l’auto comunque funzionante. Giunsero ad Amsterdam ma non senza patemi, perché il problema, durante la traversata della Germania si ripresentò. La mattina al loro arrivo allestirono lo stand. Sul lato destro campeggiava un posterone a parete con divano e con disegni quadrati in diverse tonalità di rosa che simulava l’interno di una stanza e ospitava, appese, le opere che i fotoromanzieri dopo mesi di lunghe ricerche e lavoro avevano selezionato e prodotto. Un poster, nella parete di fronte a quella di accesso allo stand, indicava il loro proposito neorealitystico, accanto al quale era presente un set fotografico. Era la loro prima apparizione all’estero e scelsero “Become a Photonovel Star” quale titolo della loro azione.

Il collettivo, invitato da Lars Willumeit, decise di realizzare un progetto site-specific in collaborazione con Francesca Seravalle: si presentò quindi come un’agenzia di produzione di fotoromanzi che lanciava la campagna di scounting denominata appunto “Become a Photonovel Star”. Fecero leva sulla vanità e sul desiderio di apparire dei visitatori e nei giorni della fiera chiesero loro di essere fotografati interpretando i vari personaggi di un ipotetico fotoromanzo da realizzare. I ritratti post-prodotti ed editati con le classiche vignette, furono poi inviati ai diretti interessati in formato digitale e proposti anche come stampe in vendita. Oltre al set fotografico e le opere fotografiche nello stand si potevano trovare, su una scrivania, pubblicazioni e gadget. I gadget erano in carne ed ossa ma anche raccolti in un estroso Inspirational Catalogue, assolutamente da avere nella propria libreria e dal quale scegliere i regali più intriganti per tutte le occasioni. Fra questi anche la passata di pomodoro a marchio Fotoromanzo Italiano.

Ma non è finita qui perché i nostri fotoromanzieri furono chiamati a partecipare alla Meijburg Art Commission e perciò gli venne richiesto di fare un nuovo progetto. Furono fra i finalisti con lo scontento palesato di tutti i dipendenti dell’azienda che, durante la cerimonia di premiazione, andarono come pellegrini ad omaggiarli. Per la commission proposero un progetto dal titolo “The Looking Game” in cui intendevano realizzare un estratto da un fotoromanzo di fantasia, una rivisitazione contemporanea del suo linguaggio, da allestire come installazione a parete. La produzione e le riprese si sarebbero svolte tra l’Italia e i Paesi Bassi e il racconto sarebbe stato composto di frammenti e immagini dialettiche che avrebbero condotto fino a una mise en abyme, a travolgere lo spettatore in una storia dentro un’altra.

Un grande successo, dunque, per i nostri fotoromanzieri Barrera e Botto, che furono fra gli ultimi a lasciare il sito della fiera, preoccupati come erano di rimuovere ogni traccia del collante dal pavimento che era stato posto per garantire aderenza alla moquette fucsia della quale erano orgogliosi, molto orgogliosi.

Al rientro, il problema della dogana Svizzera si ripresentò, ma i nostri eroi vollero tentare di attraversarla cercando uno spedizioniere che si prendesse la responsabilità di fare una dichiarazione per loro conto. Nessuno, non trovarono nessuno. Dovettero passare dalla Francia, il traforo del Monte Bianco, risultò chiuso e dovettero scendere fino al Frejus. La macchina aveva sempre il solito problema e la giratina in Francia costò molto tempo e denaro. Quasi all’alba giunsero a Milano dove i Navigli li attendevano per scrivere nuove fotoromanzate.

Allestimento Opere Inspiration Catalogue Ritratti Meijburg Art Commission


FOTOROMANZO 2025

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO2025

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FOTOROMANZO

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FOTOROMANZO ITALIANO

CO-OP Unseen CRONACA DI UN VIAGGIO ALL’ESTERO di Michele Apicella

Attraversare la Svizzera trasportando opere d’arte non è burocraticamente semplice, per questo motivo i fotoromanzieri Botto e Barrera, con l’obiettivo di giungere ad Amsterdam, decisero di circumnavigarla. All’altezza di Vipiteno, però, la loro auto, completamente carica di materiale di ogni sorta, a partire dalla moquette fucsia che avrebbe caratterizzato il loro stand, durante un sorpasso, smise di accelerare. Usciti dall’autostrada si fermarono presso un meccanico che diagnosticò un problema alla turbina e, senza poterla riparare, restituì l’auto comunque funzionante. Giunsero ad Amsterdam ma non senza patemi, perché il problema, durante la traversata della Germania si ripresentò. La mattina al loro arrivo allestirono lo stand. Sul lato destro campeggiava un posterone a parete con divano e con disegni quadrati in diverse tonalità di rosa che simulava l’interno di una stanza e ospitava, appese, le opere che i fotoromanzieri dopo mesi di lunghe ricerche e lavoro avevano selezionato e prodotto. Un poster, nella parete di fronte a quella di accesso allo stand, indicava il loro proposito neorealitystico, accanto al quale era presente un set fotografico. Era la loro prima apparizione all’estero e scelsero “Become a Photonovel Star” quale titolo della loro azione.

Il collettivo, invitato da Lars Willumeit, decise di realizzare un progetto site-specific in collaborazione con Francesca Seravalle: si presentò quindi come un’agenzia di produzione di fotoromanzi che lanciava la campagna di scounting denominata appunto “Become a Photonovel Star”. Fecero leva sulla vanità e sul desiderio di apparire dei visitatori e nei giorni della fiera chiesero loro di essere fotografati interpretando i vari personaggi di un ipotetico fotoromanzo da realizzare. I ritratti post-prodotti ed editati con le classiche vignette, furono poi inviati ai diretti interessati in formato digitale e proposti anche come stampe in vendita. Oltre al set fotografico e le opere fotografiche nello stand si potevano trovare, su una scrivania, pubblicazioni e gadget. I gadget erano in carne ed ossa ma anche raccolti in un estroso Inspirational Catalogue, assolutamente da avere nella propria libreria e dal quale scegliere i regali più intriganti per tutte le occasioni. Fra questi anche la passata di pomodoro a marchio Fotoromanzo Italiano.

Ma non è finita qui perché i nostri fotoromanzieri furono chiamati a partecipare alla Meijburg Art Commission e perciò gli venne richiesto di fare un nuovo progetto. Furono fra i finalisti con lo scontento palesato di tutti i dipendenti dell’azienda che, durante la cerimonia di premiazione, andarono come pellegrini ad omaggiarli. Per la commission proposero un progetto dal titolo “The Looking Game” in cui intendevano realizzare un estratto da un fotoromanzo di fantasia, una rivisitazione contemporanea del suo linguaggio, da allestire come installazione a parete. La produzione e le riprese si sarebbero svolte tra l’Italia e i Paesi Bassi e il racconto sarebbe stato composto di frammenti e immagini dialettiche che avrebbero condotto fino a una mise en abyme, a travolgere lo spettatore in una storia dentro un’altra.

Un grande successo, dunque, per i nostri fotoromanzieri Barrera e Botto, che furono fra gli ultimi a lasciare il sito della fiera, preoccupati come erano di rimuovere ogni traccia del collante dal pavimento che era stato posto per garantire aderenza alla moquette fucsia della quale erano orgogliosi, molto orgogliosi.

Al rientro, il problema della dogana Svizzera si ripresentò, ma i nostri eroi vollero tentare di attraversarla cercando uno spedizioniere che si prendesse la responsabilità di fare una dichiarazione per loro conto. Nessuno, non trovarono nessuno. Dovettero passare dalla Francia, il traforo del Monte Bianco, risultò chiuso e dovettero scendere fino al Frejus. La macchina aveva sempre il solito problema e la giratina in Francia costò molto tempo e denaro. Quasi all’alba giunsero a Milano dove i Navigli li attendevano per scrivere nuove fotoromanzate.

Allestimento Opere Inspiration Catalogue Ritratti Meijburg Art Commission

MILANO

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Milano ti guardo Nel 2017, in occasione della prima Photoweek milanese, abbiamo ricevuto l’incarico di realizzare un fotoromanzo sociale dal titolo MILANO TI GUARDO, con la sceneggiatura di Magdalena Barile e la produzione di ArtsFor. La rivista stampata in ventimila copie era parte integrante del programma del festival. La trama indaga i problemi del lavoro e dell’integrazione dei giovani milanesi attraverso gli occhi di un’aspirante fotografa. Come per il progetto realizzato a Firenze, anche qui abbiamo creato un gruppo di studenti per coadiuvare e per essere parte attiva dell’intero processo, dalla sceneggiatura alla grafica della rivista. Durante la Photoweek, il nostro fotoromanzo è stato distribuito in tutta la città.

Milano ti guardo Ideazione e concept Artsfor progetto e regia Fotoromanzo italiano / Giorgio Barrera – Andrea Botto sceneggiatura Magdalena Barile progetto grafico Parcodiyellowstone + Francesco Marconcini

con benedetta colombo / arianna francesco pogliana / marco eleonora poletti / chiara jahard aliaga arias / xavier paola gasparri / paola

con l’amichevole partecipazione di sofia boffardi giovanna calvenzi fabio castelli Andrea cantoni mamiani grazia ippolito

hanno partecipato alla realizzazione del fotoromanzo gli studenti del I e II anno del CFP Bauer luca bernardini, martina capurso, irene fassini, marco mazza, eleonora paciullo, sara ruggeri

si ringrazia armando avallone, timon de graaf boelé, massimiliano santillo

Ogni riferimento a persone e luoghi esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale


FOTOROMANZO 2025

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO2025

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MILANO

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MILANO TI GUARDO

FOTOROMANZO ITALIANO

Milano ti guardo Nel 2017, in occasione della prima Photoweek milanese, abbiamo ricevuto l’incarico di realizzare un fotoromanzo sociale dal titolo MILANO TI GUARDO, con la sceneggiatura di Magdalena Barile e la produzione di ArtsFor. La rivista stampata in ventimila copie era parte integrante del programma del festival. La trama indaga i problemi del lavoro e dell’integrazione dei giovani milanesi attraverso gli occhi di un’aspirante fotografa. Come per il progetto realizzato a Firenze, anche qui abbiamo creato un gruppo di studenti per coadiuvare e per essere parte attiva dell’intero processo, dalla sceneggiatura alla grafica della rivista. Durante la Photoweek, il nostro fotoromanzo è stato distribuito in tutta la città.

Milano ti guardo Ideazione e concept Artsfor progetto e regia Fotoromanzo italiano / Giorgio Barrera – Andrea Botto sceneggiatura Magdalena Barile progetto grafico Parcodiyellowstone + Francesco Marconcini

con benedetta colombo / arianna francesco pogliana / marco eleonora poletti / chiara jahard aliaga arias / xavier paola gasparri / paola

con l’amichevole partecipazione di sofia boffardi giovanna calvenzi fabio castelli Andrea cantoni mamiani grazia ippolito

hanno partecipato alla realizzazione del fotoromanzo gli studenti del I e II anno del CFP Bauer luca bernardini, martina capurso, irene fassini, marco mazza, eleonora paciullo, sara ruggeri

si ringrazia armando avallone, timon de graaf boelé, massimiliano santillo

Ogni riferimento a persone e luoghi esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

RICORDAMI

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RICORDAMI PER SEMPRE

Ricordami per sempre: regia di Giulio Mozzi e Marco Signorini - fotografie di Marco Signorini – soggetto di Giulio Mozzi

Il Museo di Fotografia Contemporanea presenta un progetto dedicato al fotoromanzo, forma di comunicazione popolare assai diffusa nella cultura e nella società italiana tra gli anni ’50 e ’70.

Il progetto si articola nella produzione di un vero e proprio fotoromanzo d’autore, due mostre e un convegno e viene realizzato grazie al contributo della Regione Lombardia, D.G. Cultura - Archivio di Etnografia e Storia Sociale, che ha visto nel fotoromanzo un'opportunità innovativa di promozione del R.E.I.L. Registro delle Eredità Immateriali, dichiarate patrimonio da salvaguardare dall'Unesco.

IL FOTOROMANZO D'AUTORE. "Ricordami per sempre" è il titolo del fotoromanzo prodotto dal Museo.

La storia è quella di Lorenzo, 55 anni, ex operaio della Falck di Sesto San Giovanni trasferitosi al Sud, che torna nella città per ritrovare una donna che ha conosciuto da ragazzo e che occasionalmente compariva nei fotoromanzi di “Grand Hotel”. Comincia così una lunga ricerca nei territori del Nord Milano, tra le fabbriche dismesse e le città in mutamento.

Il fotografo incaricato dal Museo è Marco Signorini, autore tra i più interessanti della scena fotografica italiana, attento da anni al rapporto tra figura umana e paesaggio contemporaneo.

La storia è affidata a Giulio Mozzi, scrittore e consulente editoriale per Einaudi, il cui stile semplice e riflessivo ben si adatta all'indagine sul territorio e sulla forma stessa del fotoromanzo.

I protagonisti e le comparse sono state scelte nel Nord Milano, con un casting pubblico al quale tutti i cittadini sono stati invitati a partecipare. Alcuni hanno recitato una parte; altri sono comparsi nei panni di loro stessi, nelle loro case o nei loro negozi.

Le riprese si sono concentrate nel mese di luglio 2011 nei comuni di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo.

La realizzazione di un fotoromanzo rappresenta per il Museo l’occasione per sperimentare una versione colta e ironica di questo linguaggio popolare e costituisce una sfida innovativa con cui mettere alla prova non solo gli autori e i linguaggi della fotografia e della parola, ma il rapporto con i media, il pubblico, il territorio.

Il fotoromanzo viene distribuito gratuitamente a partire dal 22 ottobre negli uffici pubblici e nei luoghi di cultura del Nord Milano, nelle biblioteche e nelle edicole dei comuni in cui è ambientata la storia.

Il progetto è curato da Matteo Balduzzi, Fiorenza Melani e Diego Ronzio.

LE MOSTRE.

In occasione della pubblicazione di "Ricordami per sempre", il Museo di Fotografia Contemporanea presenta nella sua sede due mostre dedicate al fotoromanzo.

La prima mostra, Ricordami per sempre, a cura di Matteo Balduzzi, è dedicata al fotoromanzo prodotto dal Museo, e si articola in una installazione che presenta l’intero fotoromanzo, una serie di ingrandimenti di fotografie Marco Signorini, una mappa dei luoghi in cui è stato girato il fotoromanzo e dei personaggi/interpreti, immagini di backstage, interviste e materiali raccolti sul campo sulla produzione del fotoromanzo nei territori del Nord Milano (a cura di Guido Bertolotti).

La seconda mostra, di taglio informativo-didattico, dal titolo Scene da fotoromanzo, a cura di Silvana Turzio, presenta una grande varietà di materiali originali (tavole, impaginati, locandine di film) e riprodotti su carta e a video (stralci da fotoromanzi, famose copertine), oltre che opere in film e in fotoromanzo di Federico Fellini (La dolce vita, La strada, Lo sceicco bianco, Mandrake). Una sorta di “carotaggio” che offre al pubblico porzioni della grande varietà delle produzioni legate al genere del fotoromanzo.

RICORDAMI

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RICORDAMI PER SEMPRE

Ricordami per sempre: regia di Giulio Mozzi e Marco Signorini - fotografie di Marco Signorini – soggetto di Giulio Mozzi

Il Museo di Fotografia Contemporanea presenta un progetto dedicato al fotoromanzo, forma di comunicazione popolare assai diffusa nella cultura e nella società italiana tra gli anni ’50 e ’70.

Il progetto si articola nella produzione di un vero e proprio fotoromanzo d’autore, due mostre e un convegno e viene realizzato grazie al contributo della Regione Lombardia, D.G. Cultura - Archivio di Etnografia e Storia Sociale, che ha visto nel fotoromanzo un'opportunità innovativa di promozione del R.E.I.L. Registro delle Eredità Immateriali, dichiarate patrimonio da salvaguardare dall'Unesco.

IL FOTOROMANZO D'AUTORE. "Ricordami per sempre" è il titolo del fotoromanzo prodotto dal Museo.

La storia è quella di Lorenzo, 55 anni, ex operaio della Falck di Sesto San Giovanni trasferitosi al Sud, che torna nella città per ritrovare una donna che ha conosciuto da ragazzo e che occasionalmente compariva nei fotoromanzi di “Grand Hotel”. Comincia così una lunga ricerca nei territori del Nord Milano, tra le fabbriche dismesse e le città in mutamento.

Il fotografo incaricato dal Museo è Marco Signorini, autore tra i più interessanti della scena fotografica italiana, attento da anni al rapporto tra figura umana e paesaggio contemporaneo.

La storia è affidata a Giulio Mozzi, scrittore e consulente editoriale per Einaudi, il cui stile semplice e riflessivo ben si adatta all'indagine sul territorio e sulla forma stessa del fotoromanzo.

I protagonisti e le comparse sono state scelte nel Nord Milano, con un casting pubblico al quale tutti i cittadini sono stati invitati a partecipare. Alcuni hanno recitato una parte; altri sono comparsi nei panni di loro stessi, nelle loro case o nei loro negozi.

Le riprese si sono concentrate nel mese di luglio 2011 nei comuni di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo.

La realizzazione di un fotoromanzo rappresenta per il Museo l’occasione per sperimentare una versione colta e ironica di questo linguaggio popolare e costituisce una sfida innovativa con cui mettere alla prova non solo gli autori e i linguaggi della fotografia e della parola, ma il rapporto con i media, il pubblico, il territorio.

Il fotoromanzo viene distribuito gratuitamente a partire dal 22 ottobre negli uffici pubblici e nei luoghi di cultura del Nord Milano, nelle biblioteche e nelle edicole dei comuni in cui è ambientata la storia.

Il progetto è curato da Matteo Balduzzi, Fiorenza Melani e Diego Ronzio.

LE MOSTRE.

In occasione della pubblicazione di "Ricordami per sempre", il Museo di Fotografia Contemporanea presenta nella sua sede due mostre dedicate al fotoromanzo.

La prima mostra, Ricordami per sempre, a cura di Matteo Balduzzi, è dedicata al fotoromanzo prodotto dal Museo, e si articola in una installazione che presenta l’intero fotoromanzo, una serie di ingrandimenti di fotografie Marco Signorini, una mappa dei luoghi in cui è stato girato il fotoromanzo e dei personaggi/interpreti, immagini di backstage, interviste e materiali raccolti sul campo sulla produzione del fotoromanzo nei territori del Nord Milano (a cura di Guido Bertolotti).

La seconda mostra, di taglio informativo-didattico, dal titolo Scene da fotoromanzo, a cura di Silvana Turzio, presenta una grande varietà di materiali originali (tavole, impaginati, locandine di film) e riprodotti su carta e a video (stralci da fotoromanzi, famose copertine), oltre che opere in film e in fotoromanzo di Federico Fellini (La dolce vita, La strada, Lo sceicco bianco, Mandrake). Una sorta di “carotaggio” che offre al pubblico porzioni della grande varietà delle produzioni legate al genere del fotoromanzo.