FEDERICO VENDER

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FEDERICO VENDER

FOTOROMANZO

Federico Vender, In spiaggia, 1951, negativo su pellicola alla gelatina sali d'argento, cm 6 x 6. Trento, AFS, Fondo Federico Vender

Sabbia, giochi e bagni di sole. L'estate è protagonista nella nostra limpida foto della settimana, scattata da Federico Vender tra le compatte poltrone da spiaggia della villeggiatura anni Cinquanta.

Nel 1947, Vender era stato tra i fondatori del gruppo fotografico “La Bussola”, centrale nel rinnovamento della fotografia italiana, finalmente libera degli ultimi cascami pittorialisti. A 70 anni dalla pubblicazione del manifesto del gruppo sulla rivista Ferrania, nel 2017, anche il nostro Archivio Fotografico Storico ricorderà una stagione che stabilì un netto confine tra la fotografia documentaria e una ricerca estetica basata sull' «assioma fondamentale che in arte il soggetto non ha nessuna importanza».

FOTOROMANZO

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Una storia tutta italiana quella del Fotoromanzo, una delle tante piccole “rivoluzioni” silenziose che, seppure sottovalutata dal mondo intellettuale per la frivolezza e apparente ingenuità sentimentale che esprimeva, ha contribuito ad accelerare il processo di alfabetizzazione nel nostro paese.

Spazio Gerra dedica al fotoromanzo una ricerca espositiva che racconta l’evolversi di questo genere sia dal punto di vista del linguaggio – sempre a cavallo tra cinema, fumetto e fotografia – che come termometro dei cambiamenti sociali, Un percorso attraverso i cineromanzi, i materiali preparatori e le fotografie per i rotocalchi, gli affascinanti scatti sul set di Federico Vender, gli impieghi sociali e politici del fotoromanzo come strumento comunicativo, sino alla realizzazione di un nuovo progetto social per un romanzo popolare contemporaneo. Una produzione che trae ispirazione da un soggetto per fotoromanzo scritto nel 1961 da Cesare Zavattini e lo ripropone tramite una storia a puntate ambientata nel presente e pensata per Instagram dove verrà diffusa quotidianamente per un intero mese. La sceneggiatura è di Matteo Casali, la fotografia di tre giovani autori emiliano-romagnoli, Nicolò Maltoni, Valentina Cafarotti e Federico Landi.

FOTOROMANZO

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Venticinque anni sono trascorsi da quando Federico Vender (1901-1999), nel suo ritiro di Arco, offrì alla Provincia autonoma di Trento il suo ricco archivio di fotografie e documenti, oggi tra i fondi più preziosi dell’Archivio Fotografico Storico della Soprintendenza per i beni culturali; settanta da quando il maestro di origini trentine, all'apice della sua carriera di raffinato fotoamatore, fu tra i firmatari del manifesto del Gruppo fotografico “La Bussola”, nato a Milano nel 1947 con l’obiettivo di promuovere un profondo rinnovamento della cultura fotografica italiana. Parte da qui il progetto espositivo organizzato dalla Soprintendenza di concerto con il Servizio Attività Culturali, l’Ufficio per il Sistema Bibliotecario trentino e partecipazione culturale, la Fondazione Museo Storico del Trentino e la Trentino Film Commission, con l’obiettivo di valorizzare anche aspetti finora poco noti dell’opera di un grande fotografo di levatura internazionale. La mostra, in programma nel periodo 8 settembre - 10 dicembre 2017 nella storica cornice di Palazzo delle Albere, proporrà infatti un percorso inedito tra foto di scena, corpi flessuosi di modelle, creazioni di haute couture, icone del cinema e dei 'fumetti fotografici'. Proprio in quegli anni, Vender passava al professionismo, debuttando come direttore della fotografia nel contesto della prima effervescente stagione dei fotoromanzi, diffusi a partire dal 1947 - ancora un settantenario - e destinati a imporsi come il più originale contributo italiano alla cultura di massa. Il fondo Vender ne conserva una suggestiva testimonianza, che include stampe vintage per la maggior parte riconducibili a tre ambiziosi adattamenti di classici - La voce nella tempesta, Anna Karenina e La signora dalle camelie - apparsi nei primi anni Cinquanta sulla rivista della Rizzoli “Luci del luna park”. Sono presenti anche efficaci fotografie di backstage, che documentano la matrice cinematografica della produzione e ne celebrano i ‘divi di carta’. Attori, ma soprattutto attrici, indossatrici, modelle e aspiranti vedette sfilano regolarmente di fronte all’obiettivo del fotografo, formando un vivace catalogo di modelli femminili e ‘volti da copertina’. Pressato dagli impegni professionali, Vender non rinuncia, tuttavia, alle sue rigorose ricerche formali, premiate da importanti riconoscimenti internazionali: due percorsi paralleli, apparentemente contrastanti, che in realtà spesso si intrecciano trovando un punto comune nella sua riconosciuta abilità di ritrattista. Filo rosso della mostra sarà dunque il mondo perfetto e fittizio del set, a contrasto con i rari ma stupendi ritratti di vecchi e popolani realizzati lontano dalla ribalta, in un’Italia non ancora trasformata dal miracolo economico. Fotografia, letteratura, moda. Per immergersi nel mondo affascinante dischiuso dalle fotografie di Vender, la mostra proporrà anche una speciale biblioteca temporanea: suggerimenti per bambini, ragazzi e adulti, tratti dalle più significative e originali proposte dell'editoria internazionale. Per rendere più efficace e ricca la ricostruzione della moda e del gusto negli anni Cinquanta, saranno proposti infine selezionati confronti con abiti e accessori degli anni Cinquanta, raccolti grazie alla liberalità di privati collezionisti.


FOTROMANZO 2025

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO2025

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

CERCASI SCENEGGIATRICE/SCENEGGIATORE

CERCASI ATTRICI/ATTORI COMPARSE

PROGETTO ZERO BUDGET

VICENZA, VERONA, PADOVA, TREVISO

CONTATTI:

INSTAGRAM: GIORGIOVIALI

INSTAGRAM: FOTOSERVIZIO

GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

FOTOROMANZO

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Venticinque anni sono trascorsi da quando Federico Vender (1901-1999), nel suo ritiro di Arco, offrì alla Provincia autonoma di Trento il suo ricco archivio di fotografie e documenti, oggi tra i fondi più preziosi dell’Archivio Fotografico Storico della Soprintendenza per i beni culturali; settanta da quando il maestro di origini trentine, all'apice della sua carriera di raffinato fotoamatore, fu tra i firmatari del manifesto del Gruppo fotografico “La Bussola”, nato a Milano nel 1947 con l’obiettivo di promuovere un profondo rinnovamento della cultura fotografica italiana. Parte da qui il progetto espositivo organizzato dalla Soprintendenza di concerto con il Servizio Attività Culturali, l’Ufficio per il Sistema Bibliotecario trentino e partecipazione culturale, la Fondazione Museo Storico del Trentino e la Trentino Film Commission, con l’obiettivo di valorizzare anche aspetti finora poco noti dell’opera di un grande fotografo di levatura internazionale. La mostra, in programma nel periodo 8 settembre - 10 dicembre 2017 nella storica cornice di Palazzo delle Albere, proporrà infatti un percorso inedito tra foto di scena, corpi flessuosi di modelle, creazioni di haute couture, icone del cinema e dei 'fumetti fotografici'. Proprio in quegli anni, Vender passava al professionismo, debuttando come direttore della fotografia nel contesto della prima effervescente stagione dei fotoromanzi, diffusi a partire dal 1947 - ancora un settantenario - e destinati a imporsi come il più originale contributo italiano alla cultura di massa. Il fondo Vender ne conserva una suggestiva testimonianza, che include stampe vintage per la maggior parte riconducibili a tre ambiziosi adattamenti di classici - La voce nella tempesta, Anna Karenina e La signora dalle camelie - apparsi nei primi anni Cinquanta sulla rivista della Rizzoli “Luci del luna park”. Sono presenti anche efficaci fotografie di backstage, che documentano la matrice cinematografica della produzione e ne celebrano i ‘divi di carta’. Attori, ma soprattutto attrici, indossatrici, modelle e aspiranti vedette sfilano regolarmente di fronte all’obiettivo del fotografo, formando un vivace catalogo di modelli femminili e ‘volti da copertina’. Pressato dagli impegni professionali, Vender non rinuncia, tuttavia, alle sue rigorose ricerche formali, premiate da importanti riconoscimenti internazionali: due percorsi paralleli, apparentemente contrastanti, che in realtà spesso si intrecciano trovando un punto comune nella sua riconosciuta abilità di ritrattista. Filo rosso della mostra sarà dunque il mondo perfetto e fittizio del set, a contrasto con i rari ma stupendi ritratti di vecchi e popolani realizzati lontano dalla ribalta, in un’Italia non ancora trasformata dal miracolo economico. Fotografia, letteratura, moda. Per immergersi nel mondo affascinante dischiuso dalle fotografie di Vender, la mostra proporrà anche una speciale biblioteca temporanea: suggerimenti per bambini, ragazzi e adulti, tratti dalle più significative e originali proposte dell'editoria internazionale. Per rendere più efficace e ricca la ricostruzione della moda e del gusto negli anni Cinquanta, saranno proposti infine selezionati confronti con abiti e accessori degli anni Cinquanta, raccolti grazie alla liberalità di privati collezionisti.

FOTOROMANZO

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FOTOROMANZO

DI GIORGIO VIALI

Un fotoromanzo è un affascinante genere di narrazione visiva che si distingue per la sua capacità di combinare fotografia e testo in un modo unico e coinvolgente. Questo formato, che si presenta spesso come una sequenza di immagini accompagnate da dialoghi o didascalie, permette di raccontare storie in modo dinamico e immediato. A differenza dei fumetti, che si basano su illustrazioni disegnate, i fotoromanzi utilizzano fotografie reali di persone, luoghi e oggetti, creando così un legame diretto e tangibile con la realtà.

I fotoromanzi possono coprire una vasta gamma di generi, dal romance all'avventura, dal mistero fino alla commedia, offrendo così una varietà di esperienze narrative. Le storie possono spaziare da trame semplici e leggere a narrazioni più complesse e profonde, permettendo agli autori di esplorare temi universali e situazioni quotidiane. La loro struttura, che alterna immagini a testi brevi, è particolarmente efficace nel mantenere l'attenzione del lettore, rendendo la lettura fluida e visivamente stimolante.

Questo formato ha avuto un particolare successo in Italia e in altri paesi durante il XX secolo, specialmente negli anni '50 e '60, periodo in cui i fotoromanzi sono diventati un elemento significativo della cultura popolare. Riviste e settimanali dedicati a questo genere si sono moltiplicati, attirando lettori di tutte le età e contribuendo a plasmare le tendenze culturali dell'epoca. Le storie raccontate nei fotoromanzi spesso riflettevano i cambiamenti sociali e le aspirazioni della società, affrontando temi come l'amore, la famiglia, e le difficoltà quotidiane con un linguaggio accessibile e immediato.

Con l'avvento dell'era digitale, il fotoromanzo ha trovato nuove forme di espressione. Piattaforme online e social media hanno reso possibile la creazione e la condivisione di fotoromanzi in modi innovativi, permettendo a nuovi autori di esplorare questo genere senza le restrizioni delle pubblicazioni tradizionali. Fotografie, grafiche digitali e testi interattivi si intrecciano, dando vita a esperienze narrative in continua evoluzione.

Nonostante le trasformazioni nel panorama mediatico, l'essenza del fotoromanzo rimane invariata: l'unione di immagini e parole per narrare storie in modo creativo continua a catturare l'immaginazione di lettori e autori. Questo genere, quindi, non è solo un modo di raccontare storie, ma anche un mezzo per esplorare la condizione umana, esprimere emozioni e riflettere sulle relazioni interpersonali, sia nel passato che nel presente.