FOTOROMANZO

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Istruzioni pratiche per la realizzazione del fotoromanzo di Ennio Jacobelli (1956)

Il fotoromanzo solleva due domande fondamentali relative all’autorialità. La prima e la più semplice delle due riguarda i suoi veri creatori. La produzione di un fotoromanzo è sempre un’operazione collettiva, che coinvolge agenti e partecipanti diversissimi; una situazione più o meno analoga a quella dell’industria cinematografica. Tuttavia, contrariamente al cinema – almeno nella forma in cui esisteva negli anni ’50 e ’60 – molti fotoromanzi erano totalmente privi di quelli che nell’industria cinematografica si chiamano credits. I fotoromanzi avevano sì registi, sceneggiatori, fotografi eccetera, ma i loro nomi appaiono di rado nelle pagine delle riviste dove questi lavori venivano pubblicati. Questa assenza ci porta a una seconda domanda, più difficile. In verità non basta suggerire che il carattere anonimo di molte pubblicazioni riflettesse la mancanza di prestigio del fotoromanzo. Il fatto che i fotoromanzi omettessero spesso i nomi dei loro creatori non impedisce l’entrata in gioco di un’altra forma di autorialità: in questo caso quella, collettiva, dei periodici che commissionavano e pubblicavano fotoromanzi. Accanto a Grand Hotel (in Italia) e Nous Deux (in Francia) esistevano decine e decine di altre riviste di fotoromanzi la cui unica attrattiva, dal punto di vista commerciale, consisteva nell’avere un proprio stile preciso. Ciascun periodico seguiva le regole generali del format, ma cercava di applicarle in maniera personale, introducendo una serie di variazioni più o meno evidenti che, pur mantenendosi chiaramente nelle convenzioni del fotoromanzo, permettessero di differenziarsi dalla concorrenza. In altre parole, i fotoromanzi non avevano bisogno di essere firmati, perché in molti aspetti portavano già la firma del periodico in cui erano pubblicati. A causa della forma ibrida del genere e della forte pressione economica, i fotoromanzi sono prodotti in uno stato di emergenza e di incertezza. In tale ambito, la formazione è fondamentale perché i principianti, dal momento che il fotoromanzo è in piena espansione commerciale e il numero di concorrenti elevato, devono imparare il più rapidamente possibile le regole di questo gioco faticoso ma redditizio. Come sovente accade in questo tipo di pratiche poco istituzionalizzate, l’apprendimento e l’insegnamento sono spesso molto informali e basati sull’esperienza: si osserva il lavoro degli altri e ci si forma in un rapporto tutor-allievo. Gran parte dell’apprendimento, comunque, avviene al di là dell’istruzione formale: chi è interessato a lavorare in quest’ambito può seguire corsi a distanza, ad esempio di disegno o di fotografia. E, naturalmente, sono molte le conoscenze che vengono pragmaticamente trasferite da un settore all’altro: i professionisti del cinema possono integrare il proprio reddito lavorando per una rivista di fotoromanzi, che fornirà anche nuove opportunità a scrittori con poco talento e ad altre figure editoriali.

FOTOROMANZO

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

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