FOTOROMANZO

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FOTOROMANZO

Il caffè dall’aroma avvolgente riempiva l’aria, mentre il chiacchiericcio degli avventori creava un sottofondo vivace. Laura si trovava seduta in un angolo, i suoi occhi che danzavano tra le pagine di un libro e il mondo che la circondava. Non aveva mai creduto agli incontri casuali, ma quel giorno l’incontro con Marco si rivelò del tutto inaspettato.

Immaginazione di Laura: Laura si era sempre immaginata in un momento come questo, una dolce casualità che l’avrebbe portata a conoscere un uomo affascinante. Se l’aspettava con un sorriso timido, la luce del sole che filtrava dalla finestra avrebbe illuminato il suo volto, rendendo tutto più magico. Si sarebbe scambiati sguardi furtivi, mentre lui le avrebbe raccontato storie di viaggi avventurosi, la sua voce melodiosa che le sarebbe entrata nel cuore. Avrebbe sentito il battito del suo cuore accelerare, domandandosi se anche lui stesse provando la stessa storia d’amore platonica che lei sognava: un amore purissimo, che potesse crescere lentamente come un fiore in primavera.

Immaginazione di Marco: Marco, d’altro canto, non riusciva a distogliere gli occhi da lei. La sua mente viaggiava in territori più carnali. Immaginava il suo corpo avvolto in un abito attillato, la curva delle sue labbra mentre sorridevano, e la morbidezza dei suoi capelli che cascavano sulle spalle. Si immaginava di avvicinarsi a questo creatura seducente, sfiorando delicatamente la sua mano e percependo il calore della sua pelle. Un’intesa fisica che si sarebbe accesa in un istante, un viaggio di scoperte che prometteva di essere travolgente. L’idea dei loro corpi vicini, delle sue labbra a pochi millimetri dalle sue, lo faceva fremere di desiderio.

Immaginazione di Laura: Ma per Laura, il vero incanto risiedeva nell’idea di una connessione più profonda, un’intesa che andasse oltre il semplice attrazione fisica. Pensava a come si sarebbero potuti conoscere meglio, scambiando sogni e desideri sotto le stelle, mentre le risate avrebbero riempito l’aria. Un incontro che l’avrebbe portata a voler scoprire ogni sfumatura della sua anima, attraverso lunghe passeggiate nel parco e conversazioni che duravano fino all’alba, immaginando un legame che potesse trasformarsi in qualcosa di eterno.

Immaginazione di Marco: Ma Marco non riusciva a pensare a nient’altro che a come avrebbero potuto ritrovarsi abbracciati, scoprendo la pelle l’uno dell’altro, l’elettricità di un primo bacio. Si vedeva in un abbraccio appassionato, le loro mani a perdersi nei capelli e sui fianchi, esplorando il desiderio che sorgeva come un fuoco. Ogni scossa e ogni gemito avrebbero raccontato storie di ardore, in un susseguirsi di attimi in cui la realtà si sarebbe confusa con la fantasia.

Laura e Marco, entrambi rapiti dai propri pensieri, non si erano accorti di quanto fosse magico quel momento. Era solo l'inizio di un incrocio di destini, dove il platonico si intrecciava con il carnale, dando forma a una storia ancora da scrivere.

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FOTOROMANZO

Titolo: Riflessi d'Oro

La fiera di VicenzaOro era un caleidoscopio di luci e colori, un luogo dove l’arte orafa si intrecciava con la passione e l’ispirazione. Elena, una designer di gioielli in cerca di nuove idee, si muoveva tra gli stand con gli occhi colmi di meraviglia. Ogni pezzo esposto era una storia, un sogno incastonato in oro e pietre preziose. Ma in mezzo a questa esplosione di bellezza, il suo sguardo si fermò su un uomo.

Lui era lì, con un'espressione di genuina curiosità mentre ammirava un bracciale tempestato di diamanti. Elena si sentì attratta da quel viso, da quegli occhi scuri che parevano riflettere la luce scintillante dei gioielli. Immaginò un incontro che trascendeva il semplice scambio di parole. Nella sua mente, quel primo scambio di sguardi si trasformava in un dialogo silenzioso, un’intesa che andava oltre le apparenze. Avrebbe potuto avvicinarsi, sorridere timidamente e scoprire che l’arte del gioiello era solo la superficie di un mondo interiore ricco e profondo. Chissà se anche lui, come lei, sognava di creare connessioni autentiche, di intrecciare destini in un mondo che spesso sembrava superficiale.

Dall’altro lato, Marco osservava Elena con una fascinazione che andava oltre il suo talento. La curve delle sue labbra, il modo in cui i capelli le cadevano sulle spalle, lo facevano desiderare di avvicinarsi. Non riusciva a distogliere lo sguardo; l’idea di poter toccare quella pelle, di sentire il calore del suo corpo vicino al suo, lo faceva vibrare di un’energia primordiale. Immaginava di avvicinarsi, di sfiorarle un braccio mentre le parlava, di percepire il suo profumo che si mescolava all’aroma dei gioielli. L’attrazione era palpabile, un magnetismo che lo spingeva a immaginare baci rubati tra i corridoi della fiera, in luoghi nascosti dove il mondo esterno si dissolveva.

Elena, nel frattempo, si lasciava trasportare da pensieri romantici. Si immaginava a condividere un caffè con lui, a parlare di sogni e speranze, mentre le mani si sfioravano casualmente, creando una connessione invisibile ma intensa. Credeva che ogni gioiello avesse una storia da raccontare e si chiedeva quali storie avrebbero potuto condividere. La sua immaginazione dipingeva scene di risate e sguardi complici, di notti stellate in cui avrebbero potuto perdersi l’uno nell’altra, mentre il mondo si dissolveva attorno a loro.

Marco, però, non riusciva a liberarsi dall’immagine di Elena che si muoveva con grazia e sicurezza, il suo corpo che danzava tra le luci dei gioielli. Voleva avvicinarsi, abbracciarla e sentire il suo battito cardiaco accelerare. Immaginava le sue mani che accarezzavano la pelle di lei, scoprendo ogni curva e ogni angolo. Una connessione tanto fisica quanto emotiva, una danza di desideri che si intrecciava con la bellezza dei gioielli che li circondavano.

Mentre i loro pensieri si alternavano come riflessi d’oro, il destino si preparava a tessere un incontro che avrebbe cambiato le loro vite per sempre.

FOTOROMANZO

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FOTOROMANZO

Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di sfumature dorate e rosa, quando Clara entrò nel caffè. Il profumo del caffè tostato e delle torte fresche avvolgeva l'ambiente, ma la sua attenzione era rivolta all'uomo seduto a un tavolo nell'angolo. I suoi occhi si incontrarono per un attimo e Clara sentì il cuore accelerare. Immaginò un primo incontro perfetto, come quelli descritti nei romanzi che amava tanto. Voleva che fossimo due anime che si riconoscono, che si scambiano sguardi carichi di significato, che parlano di sogni e desideri sotto la luce soffusa delle candele. Avrebbe voluto che lui fosse un poeta, capace di trasformare le parole in melodie, e che ogni frase fosse un passo verso una connessione profonda e intima.

Luca, dall'altra parte della sala, non poteva fare a meno di osservare la donna. I suoi capelli ondeggianti, il sorriso timido e la luce nei suoi occhi lo attraevano irresistibilmente. La sua mente correva verso pensieri più carnali; immaginava di avvicinarsi, di sentire il calore del suo corpo accanto al suo, di perderla in un abbraccio avvolgente. Desiderava ogni dettaglio: il profumo della sua pelle, il modo in cui avrebbe reagito alle sue carezze, il suono delle sue risate che risuonava come una melodia. Luca sognava di esplorare ogni angolo di quel nuovo legame, di scoprire il suo corpo e la sua anima, di unire la passione alla dolcezza di un incontro.

Nel frattempo, Clara si avvicinò al bancone per ordinare un cappuccino. Pensava a come sarebbe stato affascinante se lui le avesse chiesto di unirsi a lui, se avesse visto in lei non solo una donna, ma un mistero da scoprire. La sua immaginazione dipingeva scenari di conversazioni profonde, di risate condivise e di un'intesa che andava al di là delle parole. Voleva che quel momento fosse speciale, un inizio di qualcosa di bello e duraturo.

Luca, nel frattempo, stava cercando di trovare il coraggio di avvicinarsi. La sua mente era un turbine di pensieri, e l'immagine di Clara lo attanagliava. Desiderava rompere il ghiaccio, farla ridere, ma non poteva fare a meno di pensare a come sarebbe stato baciandola, a come le sue labbra avrebbero danzato sulle sue, a come il mondo intorno a loro sarebbe scomparso nel momento in cui le loro mani si fossero unite.

Clara si girò e notò che lui la stava fissando. Il suo cuore fece un balzo. Magari, pensò, quel primo incontro sarebbe stato l'inizio di una storia straordinaria, un intreccio di anime e cuori. Ma Luca, in quel momento, non vedeva solo la donna, ma anche la possibilità di un'avventura, di una connessione profonda che potesse sfociare in qualcosa di più.

E così, tra sogni e desideri, i loro destini erano destinati a incrociarsi, dando vita a una storia che li avrebbe cambiati per sempre.

CELESTE MALFATTA

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CELESTE MALFATTA

Curriculum Vitae

Dati Personali:

  • Nome: Celeste Malfatta
  • Data di Nascita: 11 dicembre 1996
  • Indirizzo: Via Vitaliano Trevisan, 45, Alte Ceccato (VI)
  • Telefono: +39 358 52387458
  • Email: celestemalfatta@gmail.com

Istruzione:

Università degli Studi di Padova
Corso di Laurea in Filosofia
2015 - Presente
- Partecipazione attiva a progetti universitari, eventi e conferenze sul tema della filosofia della comunicazione e dei nuovi media.
- Titolo della Tesi di Laurea: "Estetica e Santità: Riflessioni sulla Bellezza e la Vita dei Santi nella Filosofia Scolastica Medievale" (Tesi pubblicata).

Liceo Linguistico "Pigafetta", Vicenza
Diploma di Maturità
2014 - 2019
- Voto: 78/100
- Attività: Membro del club di Teatro e redattrice della rivista scolastica.


Esperienze Lavorative:

Investigatrice Privata
Sacro Corpo Agency
Gennaio 2019 - Presente
- Specializzazione in appostamenti e pedinamenti fisici, con focus sulle richieste di informazioni nel settore della chirurgia estetica e dei trattamenti estetici.

Insegnante Supplente Scolastica
Scuole Medie
Gennaio 2018 - Aprile 2019
- Supporto nello studio delle materie principali, con particolare attenzione a italiano e storia.
- Sviluppo di abilità comunicative e di mentoring.

Social Media Manager
Brand Locale di Trattamenti Estetici
Luglio 2017 - Settembre 2017
- Creazione di contenuti e gestione delle piattaforme social, con un incremento dell'interazione sui social del 20% durante il periodo di lavoro.

Barista
Caffè Palladio, Vicenza
Giugno 2015 - Settembre 2015
- Responsabile del servizio clienti e preparazione di bevande, sviluppando capacità di gestione del tempo e lavoro di squadra in un ambiente dinamico.


Competenze:

Lingue: - Italiano (madrelingua)
- Inglese (ottimo)

Competenze Informatiche: - Pacchetto Microsoft Office (Word, Excel, PowerPoint)
- Social Media Management (Instagram, Facebook, Twitter)
- Familiarità con software di grafica (Canva, Adobe Photoshop)

Competenze Trasversali: - Ottime capacità comunicative
- Adattabilità e flessibilità
- Lavoro di squadra e leadership


Interessi: - Fotografia e cinema
- Lettura di romanzi contemporanei e classici
- Scrittura creativa


Referenze: Disponibili su richiesta.


Data di aggiornamento: Gennaio 2025

FOTOROMANZO

Il fotoromanzo, un formato narrativo che combina immagini fotografiche e testi, può essere riutilizzato in chiave sociale e politica in diversi modi.

  1. Storie di Comunità: Creare fotoromanzi che raccontano le storie di diverse comunità locali, evidenziando problemi sociali come la povertà, l'immigrazione, la disabilità, o l'emarginazione. Ogni episodio potrebbe concentrarsi su un personaggio diverso e le sue sfide quotidiane, offrendo una visione più profonda delle realtà sociali.

  2. Educazione Civica: Sviluppare fotoromanzi che trattano temi di educazione civica, come i diritti umani, la democrazia, e la partecipazione attiva. Questi racconti potrebbero seguire un gruppo di giovani mentre imparano l'importanza del voto e dell'impegno civico, incoraggiando i lettori a diventare cittadini attivi.

  3. Movimenti Sociali: Documentare i movimenti sociali contemporanei tramite fotoromanzi che raccontano le storie di attivisti e di persone coinvolte in cause come il cambiamento climatico, i diritti delle donne, la giustizia razziale e l'uguaglianza LGBTQ+. Ogni storia potrebbe esplorare le motivazioni personali e le esperienze di chi lotta per il cambiamento.

  4. Fotoromanzi Interattivi: Creare fotoromanzi interattivi online che permettano ai lettori di fare scelte che influenzano il corso della storia. Questo potrebbe essere utilizzato per educare sulle conseguenze delle decisioni politiche o sociali, rendendo i lettori più consapevoli delle complessità delle questioni affrontate.

  5. Rappresentazione e Inclusione: Realizzare fotoromanzi che diano voce a gruppi spesso sottorappresentati, come le persone con disabilità, le minoranze etniche o le persone LGBTQ+. Questi racconti possono contribuire a una maggiore visibilità e comprensione delle loro esperienze e delle sfide che affrontano.

  6. Campagne di Sensibilizzazione: Collaborare con ONG e associazioni per creare fotoromanzi che sensibilizzino su temi specifici, come la salute mentale, la violenza di genere, o la crisi dei rifugiati. Questi materiali possono essere utilizzati come strumenti educativi nelle scuole o nelle comunità.

  7. Fotoromanzi Storici: Utilizzare il formato del fotoromanzo per raccontare eventi storici significativi legati a movimenti sociali e politici, portando alla luce figure storiche poco conosciute e le loro battaglie. Questo può aiutare a educare le nuove generazioni su temi di giustizia e uguaglianza.

  8. Progetti di Arte Urbana: Integrare fotoromanzi in murales o installazioni artistiche in spazi pubblici, creando un dialogo visivo e narrativo che stimoli la riflessione su questioni sociali e politiche nei luoghi in cui le persone vivono e lavorano.


FOTOROMANZO

PROGETTO IN CORSO: FOTOROMANZO

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

CERCASI SCENEGGIATRICE/SCENEGGIATORE

CERCASI ATTRICI/ATTORI MODELLE/MODELLI E COMPARSE

PROGETTO ZERO BUDGET

VICENZA, VERONA, PADOVA, TREVISO

CONTATTI:

INSTAGRAM: GIORGIOVIALI

INSTAGRAM: FOTOSERVIZIO

GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

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FOTOROMANZO

Il fotoromanzo

04/09/2017

Bruno Gambarotta

Un fiume carsico per quaranta anni ha portato utili ingenti ad alcune case editrici. È quello dei fotoromanzi. Il settimanale Grand Hotel nasce il 29 giugno 1946 e per 40 anni non scende mai sotto il milione di copie a numero. Sogno debutta l’anno seguente, l’8 maggio 1947, lo segue Bolero Film il 25 maggio 1947. Sommati insieme, non scendono mai sotto le 600mila copie. Un fiume carsico: Rizzoli e Mondadori, vergognandosi di fare una montagna di soldi con quelle testate, non le citano nei loro cataloghi ufficiali.

Sin dall’esordio i fotoromanzi si guadagnano la riprovazione generale. La borghesia istruita li disprezza («roba da serve») ma li legge di nascosto o dal parrucchiere. Per i comunisti, le lettrici, invece di fantasticare su storie inverosimili dovrebbero dedicarsi alla lotta di classe o, almeno, leggere e commentare gli articoli di «Rinascita» sulla via italiana al comunismo. Per la Chiesa leggerli è un peccato mortale da denunciare in confessione. Nel 1959 anche «Famiglia Cristiana» però si sarebbe buttata sui fotoromanzi, con vite di santi e risultati imbarazzanti. Per arrendersi poi nel ’75. Milioni di copie dunque e dagli otto ai dieci lettori per ogni numero che, non essendo legato all’attualità, resta leggibile anche dopo tanto tempo. Distribuiti solo in edicola, non è previsto l’abbonamento o l’invio postale. Si direbbe un pascolo ideale per la pubblicità, invece ne compare pochissima, poiché si stima che lettori e lettrici abbiano un reddito di mera sussistenza, tale da rendere inarrivabili i prodotti reclamizzati.

Ma cos’è un fotoromanzo? È una storia d’amore raccontata per immagini, didascalie e fumetti. Su Grand Hotel, della casa editrice Universo dei fratelli Domenico e Alceo Del Duca, all’inizio le storie non erano illustrate dalle foto ma dai disegni di Walter Molino, l’autore delle copertine della «Domenica del Corriere». Bisognerà aspettare il 1950 per vedere le foto al posto dei disegni su G.H. Sogno (Novissima e poi Rizzoli) e Bolero Film (Mondadori) iniziano subito con le fotografie, si fa prima e costa molto meno. Per ogni inquadratura si scattano al massimo tre fotografie. Una storia richiede in media un solo giorno di riprese fotografiche che arriva al termine di una lunga e accurata preparazione. Le storie sono lineari, senza episodi marginali e il motore che muove l’azione è sempre l’amore.

Didascalia da Amarti e dirti addio, il primo fotoromanzo comparso su Grand Hotel nel ’50: «Il giovanotto sale agilmente sul palco e si pone di fronte alla signorina in rosa. I loro occhi si incontrano. È uno sguardo lungo, intenso, che per un attimo fa loro dimenticare il singolare luogo in cui si trovano». Quest’amore balzerà fuori intatto alla fine ma per realizzarsi dovrà superare ostacoli di ogni genere. I più frequenti: un’altra donna che, perfida, riesce a mettere in cattiva luce l’amata; la famiglia che si oppone; da Grand Hotel, 1948: «Dottor Nicola Kampfen, vi scaccio di casa mia!» «Ma veramente, signor conte, Kate è la mia fidanzata». «Cosa? Voi, un semplice dottorello senza alcun titolo nobiliare fidanzato a una Maranher?». Altro ostacolo, il segreto, l’amata non ha il coraggio di confessare di essere figlia illegittima. La donna deve stare al suo posto. In Amore fra due spade (G.H. 1950) Manola va a caccia con un giovane tenente, spara e manca il fagiano: «Non ho preso niente, siete deluso di me?» Il giovane ufficiale: «Al contrario, sono entusiasta, come tutte le volte che vedo una donna fallire in un’impresa da uomo». Il sesso non è mai messo in scena ma solo alluso, non c’è mai un personaggio omosessuale. C’è un unico uomo politico, in Catene del 1947, ma è un lord inglese.

La qualità delle immagini evolve nel tempo, non sempre in senso positivo. Nei primi tempi le scene, illuminate con luci da set, consentono tagli sapienti, inquadrature con personaggi disposti a distanze diverse. Poi si passa all’uso dei flash che sfumano i contrasti. Abbondano i primi piani poiché gli editori iniziano ben presto a scritturare attrici e attori famosi, nonché presentatori (Mike Buongiorno, Mario Riva) e bisogna fare in modo che il lettore li riconosca. Al punto che i protagonisti guardano verso il lettore, dando la schiena alla scena. Troviamo Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Umberto Orsini, Claudia Cardinale, Paolo Poli, praticamente tutti. In una storia Renzo Arbore non si toglie mai la maschera da clown, perché si nasconde nel circo Orfei mentre in realtà è un medico condannato all’ergastolo ed evaso. Riconosciuto innocente, è sua la battuta finale: «Tornerò nel circo, farò il clown... per restarti sempre vicino, Liana. Sempre».

I grandi divi non si vergognano di prestarsi al gioco per vari motivi: si guadagnano ottimi compensi con un lavoro poco impegnativo, si allarga la propria notorietà a un pubblico vergine e, infine, poiché le persone di un certo ceto sociale non ammetterebbe mai di frequentare certa stampa, nessuno si azzarderà a rinfacciarglielo. Farlo significherebbe confessare di aver ceduto alla tentazione. Il fotoromanzo muore per rinascere sui social, dove ogni utente si fabbrica il suo, assegnandosi un ruolo da protagonista, ovviamente.

CINEROMANZI

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Tra l’inizio degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Settanta, l’editoria italiana è segnata dalla rapida diffusione e dall’altalenante successo di una particolare tipologia di riviste para-cinematografiche, note oggi come cineromanzi. Pensate per un pubblico prima femminile e poi maschile, queste testate offrivano sulle loro pagine novellizzazioni a fumetti di pellicole coeve che, grazie all’uso di fotogrammi o fotografie di scena corredati di balloon e didascalie, permettevano alle lettrici e ai lettori di fruire di un lungometraggio in modo alternativo, svincolandone la visione dallo spazio della sala. Ragionando su un duplice aspetto che vede il cineromanzo come formato editoriale, da un lato, e come fenomeno culturale, dall’altro, Fotogrammi di carta propone una riflessione ad ampio raggio su questa realtà multiforme e complessa, facendo dialogare prospettive di analisi tradizionalmente contenutistico-formali con punti di vista affini alle diverse branche degli studi culturali.

CINEROMANZI

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CINEROMANZI

I cineromanzi sono stati un fenomeno di straordinario successo negli anni Cinquanta, una specialità tutta italiana, un pezzo di storia dell’editoria popolare dimenticato nei decenni, un incrocio bizzarro tra il cinema e le letture di massa. A questo straordinario e affascinante fenomeno il Museo Nazionale del Cinema ha dedicato una mostra sorprendente e ricchissima, basata sulla collezione personale di Gianni Amelio, oltre che sui materiali appartenenti alle collezioni del Museo. La mostra ospitata all’Archivio di Stato di Torino ha esposto circa 200 cineromanzi originali, all’interno di un allestimento ricco di elementi scenograficiTra questi: la riproduzione in gigantografia di due cineromanzi e una grande bobina cinematografica snodata lungo il percorso di visita con le immagini del cineromanzo Senso, dal film di Luchino Visconti. Infine, una postazione interattiva per realizzare le copertine personalizzate dei cineromanzi esposti. Due le pubblicazioni realizzate dal Museo Nazionale del Cinema in occasione della mostra. “Lo schermo di carta. Storie e storie di cineromanzi”, ideato da Gianni Amelio e curato da Emiliano Morreale, rappresenta il primo organico tentativo di ricostruire la storia di questo fenomeno editoriale. Il volume contiene un testo inedito e un’intervista di Amelio, alcuni saggi di approfondimento firmati da studiosi di settore, schede storico-critiche sulle principali collane di cineromanzi e un ricchissimo apparato di illustrazioni. “Cineromanzi. La collezione del Museo Nazionale del Cinema”, un quaderno monografico con saggi critici, un ricco apparato iconografico e un catalogo analitico di tutte le pubblicazioni consultabili presso la Bibliomediateca del Museo Nazionale del Cinema “Mario Gromo”.

CINEROMANZI

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CINEROMANZI

I cineromanzi erano, in pratica, fotoromanzi composti prendendo i fotogrammi dei film e aggiungendo didascalie e fumetti. In parte eredi degli adattamenti illustrati dei film, risalenti agli anni Dieci e sempre pieni di immagini ( con titoli come "Cinevita" e "I filmi appassionanti"): il cineromanzo sembrerebbe quindi un sostituto del film, un modo per portarselo a casa.

Ridotti a racconto, i singoli titoli diventano tutti simili, un unico grande film, riraccontato sulla carta. Il fatto è che cinema, fotoromanzo e cineromanzo sono figli di un immaginario comune, di un' immaginazione melodrammatica che, nella versione del cineromanzo, riduce (o riconduce) appunto tutto il cinema a un unico grande mélo: i film di Antonioni e Catene, Senso, La strada, i film sceneggiata napoletani e James Dean. Se alla fine degli anni Quaranta ci sono già dei cineracconti che arrivano a un passo dal fotoromanzo, la stagione d' oro (con il balloon vero e proprio) comincia probabilmente con "Super cinema", alla fine del 1950 (prima uscita Il brigante Musolino) e l' apogeo è a metà del decennio: nascono e muoiono "Fotoromanzo gigante" La lavorazione era a volte piratesca, fatta all' insaputa dei produttori (specie per i film americani): da copie pirata si prelevavano fotogrammi e li si componeva alla meglio, aggiungendo il testo e stampandoli su carta da quattro soldi. "Cineromanzo gigante" era pubblicato dalla Lanterna Magica, in realtà una emanazione delle produzioni De Laurentiis. Sono tra i cineromanzi di miglior qualità, che fanno largo uso anche di foto di scena, hanno un' autrice che firma i testi (Mara Baldeva), un ampio formato, ottima carta e a volte escono in contemporanea con i film (per La donna del fiume di Soldati addirittura prima), in sinergia con le produzioni della casa. La parabola del cineromanzo finisce col boom, anche se conosce qualche incarnazione successiva, in particolare in versione erotica. Se il cineromanzo è un prodotto reietto, il cineromanzo erotico è ultimo tra gli ultimi.