L'aria di vernice per capelli e terra di foglie secche si mescolava nell'ingresso del negozio "Criniera Selvaggia". Lila, con i suoi capelli viola elettrico e un drago tatuato che si snodava lungo il braccio, stava sistemando i flaconi di shampoo. Liam, giardiniere precario con le mani sempre sporche di terra e un sorriso che sembrava appena sbocciato, entrò per comprare un piccolo vaso.
"Posso aiutarti?" chiese Lila, la voce rauca per via del profumo di ammoniaca.
Liam arrossì, un contrasto buffo con la sua pelle abbronzata. Indicò un vaso di terracotta. "Questo... è abbastanza resistente?"
Lila lo prese in mano, lo esaminò. "Per cosa ti serve?"
"Per un'orchidea," rispose Liam, poi aggiunse, quasi sussurrando: "È per lei".
Lila sorrise. "È un bel gesto. Sì, questo è resistente. Anzi, se vuoi, posso anche aiutarti a sceglierci un bel fiore?"
Passarono così i minuti, tra consigli sulle orchidee e battute ironiche. Liam le raccontò del suo lavoro, delle sue difficoltà, dei suoi sogni di avere un piccolo orto tutto suo. Lila, a sua volta, parlò del suo amore per l'arte del tatuaggio, del suo lavoro nel negozio, e di come stesse cercando di risparmiare per un viaggio in Giappone.
Quando Liam si avviò verso la cassa, con il vaso e un piccolo mazzo di orchidee viola, si voltò. I loro occhi si incontrarono. C'era una strana elettricità nell'aria, un silenzio carico di parole non dette.
Lila, impulsivamente, sfiorò con un dito il suo polso, sporco di terra. "Belle mani," sussurrò, il suo sguardo intenso.
Liam, che era sul punto di andarsene, si fermò. La sua mano, che prima teneva il vaso, ora si alzò lentamente fino a toccare il drago tatuato sul suo braccio. Un tocco leggero, ma significativo.
Un momento sospeso, carico di aspettative. Poi, Liam si chinò, e le sue labbra incontrarono le sue. Un bacio leggero, timido, ma pieno di promesse. Un bacio che sapeva di terra e di vernice per capelli, di sogni e di timidezze. Un bacio che era il punto di partenza di qualcosa di nuovo, di inaspettato, tra una ragazza dai capelli viola e un giardiniere precario.
FOTOROMANZO
GIORGIO VIALI