PRIMO BACIO

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L'odore di sudore, birra stantia e profumo di vaniglia a buon mercato aleggiava nell'aria pesante del "Serpente Verde". Luna, con i suoi tatuaggi che serpeggiavano lungo le braccia come viti rampicanti, sorseggiava un caffè amaro dietro il bancone, la luce fioca della discoteca che rifletteva nei suoi occhi verdi. Era abituata al caos, al ritmo frenetico della notte, al brusio assordante della musica. Ma quella sera, qualcosa era diverso.

Lui, Marco, era nuovo. Una guardia giurata, pallido e sottile, con gli occhi stanchi ma gentili che osservavano la folla con un'attenzione quasi ansiosa. Aveva appena finito il suo turno e si era fermato per un caffè, attirato dal profumo inebriante che usciva dal locale. Luna, solitamente distaccata, si era trovata ad osservarlo di nascosto. C'era qualcosa di fragile e vulnerabile nella sua postura, un contrasto stridente con l'ambiente aggressivo che lo circondava.

Quando Marco si avvicinò al bancone, Luna si sentì un nodo allo stomaco. Il suo sguardo incrociò il suo, e in quel silenzio carico di aspettative, qualcosa scattò. Non c'era il fragore assordante della musica, solo il ticchettio lieve della macchinetta del caffè e il battito accelerato dei loro cuori.

"Un caffè, per favore," disse Marco, la voce un filo tremante.

Luna gli preparò il caffè, le mani che le tremavano leggermente. Quando glielo porse, le loro dita si sfiorarono. Un contatto leggero, ma abbastanza intenso da farle sentire una scossa lungo la spina dorsale. Lui le sorrise, un sorriso timido e incerto.

"Grazie," sussurrò, gli occhi che non lasciavano i suoi.

In quel momento, il mondo intorno a loro svanì. L'odore acre della birra, la musica stridula, la folla caotica… tutto si dissolse, lasciando spazio solo a loro due. Luna, abituata alla superficialità delle relazioni notturne, si sentì travolta da un'emozione inaspettata. Un'emozione vera.

Marco, con un gesto inaspettato e delicato, le sfiorò un tatuaggio sul polso, un piccolo colibrì colorato. Lei inspirò profondamente, i suoi occhi pieni di una vulnerabilità che non pensava di poter mai mostrare. Poi, senza pensarci, lui si chinò e le baciò dolcemente le labbra. Un bacio leggero, timido, ma intenso. Un bacio che sapeva di caffè amaro e di speranza. Un bacio che in quel piccolo angolo del Serpente Verde, tra il caos e la notte, sbocciava come un fiore fragile nel cuore della tempesta.

FOTOROMANZO

GIORGIO VIALI


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